Come abituare un neonato ad addormentarsi da solo?

Quando nasce un bambino, soprattutto se si tratta del primo figlio, è normale trovarsi un po’ spaesati e non sapere come risolvere certe problematiche. Una delle domande più frequenti è senza ombra di dubbio come abituare un neonato ad addormentarsi da solo.

Difatti, capita spessissimo di dover svolgere delle attività che non si possono posticipare ma, puntualmente, trovare il bambino o la bambina piangere, mandando all’aria l’intera giornata.

In questa breve guida cercheremo di illustrare qualche rimedio utile per far addormentare il vostro pargolo, così da poter finalmente terminare i vostri impegni quotidiani senza creare confusione.

Perché è utile abituare un bambino a dormire da solo?

Molti potrebbero pensare che far addormentare un bambino da solo non sia utile, in quanto necessita sempre di attenzioni da parte del genitore. Tuttavia, rendere un neonato indipendente sin dalla tenera età può aiutare a non creare un legame troppo forte con i genitori.

Se si crea quest’abitudine prima del primo anno di vita, il bambino eviterà di rifugiarsi nel letto dei genitori in caso di incubi, paure o altri bisogni non impellenti durante la notte. Inoltre, col passare degli anni, alcuni processi di distaccamento necessari, come la rimozione del ciuccio o la fine dell’utilizzo dei pannolini, diventa ancora più semplice.

Ovviamente, abituare un neonato a dormire da solo non è per niente semplice, e deve essere una decisione presa da entrambi i genitori, che dovranno collaborare insieme per rendere il processo fattibile, evitando di consolare troppo il bambino.

Di conseguenza, si devono eliminare i sensi di colpa quando si sente il bambino piangere. Certo, ciò non significa che il neonato deve essere abbandonato a sé stesso, ma si devono comunque ponderare le proprie decisioni e cercare di non pensare che sia del tutto incapace.

D’altronde, i vantaggi sono molteplici:

  • i genitori possono svolgere più facilmente e con tranquillità le proprie attività quotidiane, senza dover controllare il bambino in continuazione;
  • il bambino prende più consapevolezza di sé stesso, scoprendo che è in grado di svolgere alcune cose in modo totalmente indipendente;
  • col passare degli anni, il distaccamento dal genitore avviene in modo più veloce e naturale;
  • il bambino acquisisce una maggiore sicurezza e self-confidence.

Come iniziare ad abituare un neonato a dormire da solo

Per iniziare a far addormentare il proprio bambino è sempre consigliabile iniziare dalla tenera età. Questo renderà più semplice l’intero processo, anche se nelle fasi iniziali può risultare complicato. Difatti, è normale che il bambino pianga ininterrottamente, ma bisogna cercare di lasciarlo sfogare per un po’ di tempo prima di correre in suo “soccorso”.

Abituarlo troppo alle coccole farà pensare al neonato che senza l’aiuto dei genitori non riuscirà a dormire da solo. La conseguenza è che, nel momento in cui si sveglia di notte, dovrete svegliarvi anche voi per andarlo a consolare.

Un ulteriore consiglio è quello di mettere il bambino nella culla mentre è solo un po’ assonnato, in modo che riesca ad addormentarsi completamente da solo. Se dovesse iniziare a piangere, provare ad attendere almeno 3 minuti prima di andare in suo soccorso e, nel caso in cui vi troviate nella stanza con lui, cercare di stare insieme il meno possibile, senza metterlo in braccio anche se continua a piangere.

Se ricomincia a piangere dopo averlo calmato, attendere almeno 5 minuti e, se piange nuovamente dopo il secondo tentativo, aspettare 10 minuti prima di consolarlo nuovamente.

Man mano che si va avanti, bisogna attendere sempre qualche minuto in più. In questo modo il neonato creerà da solo un’abitudine che, nel giro di una o un paio di settimane, gli consentirà di addormentarsi da solo senza l’aiuto dei genitori.

L’utilità dei baby monitor per abituare un neonato a dormire da solo

È ovvio che se il bambino piange, si addormenta e torna nuovamente a piangere, alzarsi in continuazione durante la notte può diventare faticoso. A tal proposito, esistono strumenti di grande utilità come i baby monitor, prodotti pensati appositamente per semplificare il monitoraggio del proprio bambino.

Il funzionamento è semplice: si piazza un baby monitor nella propria stanza o, comunque, nel luogo in cui ci si trova in quel momento, e un secondo baby monitor nella stanza in cui sta dormendo il bambino.

I modelli di base sono simili a dei walkie-talkie, e si sintonizzano sulle stesse frequenze radio per recepire eventuali rumori o pianti emessi dal bambino. I modelli di ultima generazione, invece, riproducono anche una schermata video oltre al suono, riprendendo il bambino in modo da capire cosa sta effettivamente succedendo.

Esistono addirittura prodotti top di gamma che monitorano battiti cardiaci, respiro del neonato e qualità del sonno, funzionando da allarmi nei momenti di emergenza, ad esempio in caso di ritmi cardiaci o respiratori irregolari.

Di conseguenza, un baby monitor offre tantissimi vantaggi, risultando praticamente essenziale per ogni genitore che si ritrova a dover ritagliare il proprio tempo per svolgere le varie attività quotidiane.

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Difatti, oltre al “semplice” monitoraggio del bebè, un baby monitor consente di consolare il bambino nel caso in cui inizi a piangere, sussurrando nel dispositivo delle parole di conforto. Si tratta, quindi, di una soluzione molto pratica e al contempo economica per creare una vera e propria abitudine, evitando di alzarsi in continuazione.

Conclusioni

Abbiamo visto brevemente come abituare un neonato ad addormentarsi da solo. Certamente, non si tratta di un’attività semplice, ma vale la pena fare qualche sacrificio subito dopo la nascita in modo da guadagnare tantissimi benefici nel lungo termine, sia per la propria persona che per il bambino stesso.

Come abbiamo già accennato, usare un baby monitor può risultare di fondamentale importanza in questi casi, in quanto rappresentano soluzioni economiche ma al contempo estremamente efficienti.