Covid19, stampanti e cancelleria sono beni di prima necessità?

L’emergenza Coronavirus ha costretto migliaia di insegnanti a confrontarsi con una dimensione in parte sconosciuta: la didattica a distanza.  Che non si traduce semplicemente nel mettere una webcam davanti alla cattedra, ma che implica una riprogettazione del percorso didattico. Quindi con l’inizio della quarantena sono nate le classi virtuali e con loro le lezioni online. Peccato che la maggior parte dei nostri bimbi ha tutto il materiale scolastico a scuola. Sicuramente le risorse online ci hanno dato la possibilità di evitare il cartaceo, ma per chi ha bimbi alle scuole primarie l’importanza dello scrivere e del colorare ancora ne fa da padrona.

Dopo il primo decreto

Uscito il primo decreto i dubbi e le perplessità dei cittadini erano tantissime, soprattutto in merito a ciò che sono autorizzati a fare e quali sono i servizi considerati essenziali. Molti, in particolare, chiedono chiarimenti in merito alla possibilità di acquistare materiale scolastico. In questa materia regna il caos: in alcune catene è consentito, in altre vi sono sbarramenti nelle relative corsie, in altri ancora tali acquisti si possono effettuare solo dal lunedì al venerdì. Il governo, nelle Faq relative al Decreto #IoRestoaCasa, risponde: “Sì. Le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e i mercati sono chiusi nelle giornate festive e prefestive, ad esclusione delle farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività. Pertanto, i supermercati presenti nei centri commerciali possono aprire nelle giornate festive e prefestive limitatamente alle aree di vendita di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici e di generi alimentari. Mentre, per quanto riguarda i mercati, sia all’aperto sia coperti, in essi può essere svolta soltanto l’attività di vendita di generi alimentari. Deve essere in ogni caso garantita la distanza interpersonale di 1 metro, anche attraverso la modulazione dell’orario di apertura. Resta vietata ogni forma di assembramento”. Quindi molti esercizi rendono noto che lo sbarramento di alcune corsie è stato adottato per limitare le code e le attese, evitando che la gente stazioni troppo a lungo all’interno nei supermercati. Una esigenza legittima, che si scontra però con le necessità delle famiglie che devono poter acquistare il materiale per supportare la didattica a distanza che molte scuole hanno messo in atto in queste settimane. Lo stesso dubbio vale non solo per le catene di supermercati, ma anche per i negozi di informatica che vendono anche materiale di cartoleria.

Le stampanti introvabili

Noi genitori, dopo un primo momento di smarrimento, abbiamo capito che avere una stampante in casa sarebbe stato d’obbligo.  Peccato che i prezzi troppo alti e la disponibilità scarse hanno portato alcune mamme e papà a temporeggiare sempre con la speranza che la scuola sarebbe iniziata a breve.  Ma questo non si è verificato e quindi ci siamo ritrovati a comprare stampanti a un costo più alto con spedizioni molto lunghe.

Ecco i beni di prima necessità

Non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo tutelare noi stessi e le persone che amiamo. Per questo il Governo ha deciso di compiere un altro passo: chiudere sull’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte la sera del 21 marzo in diretta, dopo una giornata di lavoro con sindacati e associazioni di categoria per stilare un elenco dettagliato delle attività essenziali. “Continueranno a restare aperti, ha detto il Capo del Governo:
  • tutti i supermercati e i negozi di generi di prima necessità, senza restrizioni di giorni e orari, dunque non c’è ragione di fare corse e code per gli acquisti
  • farmacie e parafarmacie
  • servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari
  • tutti i servizi essenziali come i trasporti
  • le attività accessorie e funzionali a quelle essenziali
  • le attività produttive rilevanti per la produzione nazionale
  • al di fuori delle attività essenziali è consentito soltanto il lavoro in modalità smart working
Rallentiamo il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo, per poter contenere quanto più possibile questa epidemia. L’emergenza sanitaria si sta tramutando in emergenza economica. A tutti dico lo Stato c’è, il Governo interverrà con misure straordinarie che ci permetteranno di ripartire quanto prima”.