Plusdotazione nei bambini : cos’è e come riconoscerla

La plusdotazione nei bambini: cos’è, come si manifesta, come riconoscerla e come trattarla. Perché è bene prestare attenzione alla socialità ed all’interazione del bambino con gli altri e con l’ambiente circostante. Quali sono i segnali che possono aiutare ad individuare la plusdotazione.

Chi sono i bambini plusdotati

Comprendere fino a fondo, in maniera chiara e puntuale, il fenomeno della plusdotazione può richiedere qualche sforzo. Ad oggi, infatti, si tratta ancora di un termine poco utilizzato e quando lo si adotta, non sempre lo si fa correttamente.

I motivi sono tanti, indubbiamente ha un peso rilevante il fatto che solo relativamente da poco si stia parlando di questa condizione, in passato infatti i bambini “gifted”o ad alto potenziale, venivano semplicemente considerati bambini più svegli degli altri.

Ma attenzione, plusdotato non significa solo e necessariamente avere buoni voti a scuola o imparare a leggere e a fare i calcoli complessi prima degli altri coetanei.

La plusdotazione si può immaginare come un motore potente che spesso necessita di una guida per poter dare i migliori risultati, il rischio infatti di abbandono scolastico precoce, isolamento, frustrazione e difficoltà nel portare a termine i propri compiti, è davvero alto.

Ti stai chiedendo come sia possibile dal momento che i bambini plusdotati, come suggerisce il nome stesso, dovrebbero essere appunto più intelligenti della media?

Questi bambini sono curiosi e sensibili, hanno bisogno di stimoli sempre nuovi, di una guida per incanalare l’energia e sfruttarla a loro vantaggio e solo in questo modo potranno godere a pieno di questa loro peculiarità. Ricordando sempre che non esiste un solo tipo di intelligenza, per questo un bambino plusdotato potrebbe avere un rendimento scolastico nella norma ma, ad esempio, mostrare doti eccezionali nel disegno.

Si stima che in Italia i bambini plusdotati siano circa il 5% del totale, un numero comunque importante, all’incirca un bambino per ogni classe. È importantissimo quindi informarsi adeguatamente a riguardo, per riconoscere, valorizzare e sostenerli correttamente per non rischiare di relegarli a rigidi schemi di apprendimento non adatti alla loro condizione.

 

Bambino brillante o plusdotato?

Ovviamente la psicologia ci insegna che il mondo non può essere interpretato solo in ottica manichea, questo per dire che non sempre tra bambini nella norma e bambini plusdotati vi è una differenza abissale tale da rendere semplice ed intuitiva l’individuazione di questi ultimi.

Esiste infatti una ricca scala di grigi, o meglio di colori, in questo caso si tratta dei bambini che pur non essendo plusdotati, sono comunque brillanti, sagaci, determinati, capaci insomma di raggiungere obiettivi anche importanti.

Il discorso si complica ulteriormente se si tiene conto del fatto che i bambini gifted non sono tutti uguali, ci sono quelli in grado di eccellere nel disegno, nello sport, nella fantasia ed in moltissime altre aree.

Come fare a distinguere le due situazioni?

Ricorrere agli strumenti di valutazione, come il test del QI o la WISC è sicuramente una buona idea, non necessariamente esaustivo, ma che andrebbero somministrati sempre da un esperto.

Ci sono tuttavia delle altre situazioni che possono permettere anche a genitori o insegnanti di avanzare un’ipotesi ed eventualmente approfondirla con uno psicologo, uno psichiatra o un neuropsichiatra.

I bambini brillanti possono avere buone intuizioni, possono essere curiosi, possono apprendere in fretta mentre i bambini plusdotati hanno generalmente una curiosità molto forte, si interessano facilmente a qualcosa ma altrettanto velocemente possono disinteressarsi, faticano a restare concentrati a lungo su qualcosa che non sia di loro gradimento, pur essendo in grado di svolgere il compito in questione.

L’intuizione dei bambini gifted è quasi distratta, se un bambino brillante può giungere alla soluzione di un caso anche molto difficile riflettendo e restando concentrato, non sorprenderebbe invece vedere un bambino plusdotato dare la medesima risposta quasi senza sforzo.

Un’altra caratteristica è il cosiddetto “Think outside the box”, il pensare fuori dagli schemi che porta questi bambini ad offrire soluzioni creative a cui nessuno aveva pensato.

Strumenti di valutazione per la plusdotazione

Come abbiamo potuto vedere, non è semplice individuare correttamente e con precisione la plusdotazione, talvolta anche gli esperti potrebbero riscontrare qualche difficoltà dal momento che non si presenta sempre allo stesso modo e con le stesse caratteristiche per tutti i bambini.

Tuttavia, è necessario cercare di capirlo quanto prima, così da offrire al soggetto un percorso adeguato che possa portarlo a vivere in armonia con se stesso e con gli altri e che possa aiutarlo a sviluppare correttamente il suo potenziale che, altrimenti, potrebbe diventare motivo di disagio anche importante.

Come fare? Osservando i comportamenti del bambino e, se si è i genitori, cercare un esperto a cui rivolgersi o se si è l’insegnante del bambino, informando i genitori su quanto notato.

Spetta poi allo psicologo, psichiatra o neuropsichiatra analizzare il caso in base a quelle che sono le sue modalità di azione ed il suo approccio.

 In particolare, però, due degli strumenti che l’esperto potrebbe adottare sono il test del Q.I. e la WISC – Wechsler Intelligence Scale for Children, vediamo meglio di cosa si tratta, i pro ed i limiti di ognuno dei due.

 

Plusdotazione e Q.I. nei bambini

Uno dei modi comunemente più noti per misurare l’intelligenza di un individuo è il test del Q.I. (quoziente intellettivo), ma per quanto in alcuni casi possa essere un’ottima base dalla quale partire per poi procedere con ulteriori approfondimenti, in altri invece non è così.

Col tempo l’attenzione degli studiosi si è spostata sulla ricerca e sull’individuazione di vari tipi di intelligenza, alcuni dei quali non si possono valutare con il test del Q.I. ma ciò non significa che questo sia inefficace o controindicato, anzi.

Quasi certamente un bambino con un Q.I. superiore a 120/130 avrà un’intelligenza fuori dal comune e si potrebbe parlare di plusdotazione, d’altra parte però anche bambini con un Q.I. inferiore potrebbero esserlo.

Sono state individuate differenti tipologie di intelligenza che i bambini potrebbero sviluppare in età scolare o prescolare, alcune di queste sono:

  • Intelligenza cinetica: è quella che rende i bambini particolarmente abili nelle discipline sportive o nelle attività manuali.
  • Musicale: i bambini con una spiccata intelligenza musicale possono essere molto portati per la comprensione del suono, per il canto, possono essere molto bravi a suonare uno strumento musicale, come se venisse loro naturale farlo.
  • Interpersonale: sono abili nei rapporti con gli altri, con il gruppo, potrebbero essere molto bravi ad organizzare giochi o attività per tutti i bambini.
  • Linguistica: i bambini con un’intelligenza linguistica molto sviluppata parlano, leggono e scrivono abilmente. Potrebbero essere anche molto portati per la comprensione di lingue straniere.
  • Logico-matematica: i bambini con una spiccata intelligenza logico-matematica sono portati per i giochi di logica, labirinti da risolvere, sudoku in età un po’ più adulta o con le operazioni matematiche.

La WISC – Wechsler Intelligence Scale for Children

Un altro strumento diagnostico che viene impiegato anche per la diagnosi di bambini e ragazzi superdotati di età compresa tra 6 e 10 anni è la WISC – Wechsler Intelligence Scale for Children. Si tratta di un test che permette di valutare vari indici d’intelligenza ed in questo è più completo rispetto al test del Q.I.

In particolare, la WISC prende in considerazione la comprensione verbale del soggetto, l’indice visuo-spaziale, il ragionamento fluido, la memoria di lavoro e la velocità di elaborazione, il tutto attraverso 15 quesiti che necessariamente devono essere posti da una persona competente e formata proprio in questo ambito.

Dopo aver ottenuto il risultato per ciascuna area, questo viene comparato con quello medio dei bambini della medesima fascia di età del soggetto.

In questo modo è possibile individuare una plusdotazione ma anche capire se il bambino ha dei disturbi dell’apprendimento, si tratta dunque di uno strumento utile e versatile.

I 9 indizi per capire se un bambino è plusdotato

In generale è possibile capire se si è dinanzi ad un bambino plusdotato prima di effettuare dei test, pur essendo questi ovviamente indispensabili per avere una certezza. Questo perché i bambini gifted  tendono ad assumere precisi pattern di comportamento che, agli occhi di un osservatore attento, potrebbero risultare segni inequivocabili di plusdotazione.

Ecco 9 indizi che possono aiutare a capire se un bambino è plusdotato, ovviamente potrebbero essere presenti tutti o parte di questi:

  • Imparano a leggere e scrivere prima dei loro coetanei: i bambini plusdotati generalmente imparano a leggere e scrivere nel corso della scuola dell’infanzia, quasi sempre prima della scuola primaria dove, appunto, fin da subito si distinguono dagli altri bambini. Anche un bambino brillante potrebbe riuscirci, ma con molto più impegno.
  • Sono molto curiosi, anche troppo: curiosi di conoscere la realtà che li circonda, i bambini gifted mostrano una curiosità sconfinata nei confronti delle novità. Se da una parte è vero che la cosiddetta “fase dei perché” è comune a tutti i bambini di età compresa tra i 2/3 anni sino a 7/8 anni circa, è vero anche che quella dei bambini plusdotati è davvero una curiosità insaziabile e quasi constante. Inoltre, si tratta spesso di domande argute alle quali anche gli adulti potrebbero faticare a dare una risposta esaustiva.
  • Apprendono in fretta e ricordano a lungo: avete mai provato a leggere una fiaba o una poesia ad un bambino plusdotato? Allora avrete certamente notato il loro talento naturale nel memorizzare velocemente quanto ascoltato e nel ricordarlo anche a distanza di tempo.
  • Hanno una fervida immaginazione: l’immaginazione ricca e vivace dei bambini plusdotati si può notare in tantissimi modi: potrebbero avere amici immaginari, inventare storie fantasiose e ricche di dettagli, potrebbero fare disegni ai limiti del surrealismo o, ancora, inventare giochi da eseguire da solo o con gli altri.
  • Possono avere interessi totalizzanti: tutti i bambini possono preferire un tipo di attività ad un’altra, ci sono quelli che adorano fare sport e detestano leggere ad esempio, o viceversa. La peculiarità di chi ha una plusdotazione consiste nel non riuscire a concentrarsi affatto su altro se su è presi su una cosa che cattura la loro attenzione, un esempio: un bambino plusdotato vorrebbe davvero fare per tutto il giorno una sola cosa senza mai stancarsi né annoiarsi.
  • Possono essere impazienti nei confronti degli altri bambini: spesso gli individui gifted hanno una mente sveglia e reattiva, per questo imparano in fretta le regole dei giochi e possono trovare frustrante aspettare che anche gli altri le comprendano.
  • Spiccata sensibilità: uno degli aspetti a cui bisogna prestare attenzione è la sensibilità dei bambini plusdotati che spesso è molto accentuata e, se da una parte li rende empatici, comprensivi e molto maturi, d’altra parte questo aspetto potrebbe portarli ad una fragilità emotiva anche importante. Imparare a riconoscere la plusdotazione serve anche ad avere consapevolezza di questo aspetto ed aiutare il bambino a gestire al meglio questo suo sentire le emozioni in maniera amplificata.
  • Hanno una notevole proprietà di linguaggio: questo aspetto racchiude un po’ altri che abbiamo già visto. Il bambino plusdotato, infatti, tende a leggere molto, a ricordare ciò che ascolta e questo si traduce in una proprietà di linguaggio superiore a quella dei suoi coetanei.
  • Mostrano interesse per il funzionamento di ciò che li circonda: oltre ad essere curiosi, i bambini ad alto potenziale desiderano spesso conoscere il funzionamento di ciò che utilizzano. Un esempio: non sorprenderebbe vedere un bambino plusdotato smontare un trenino elettrico per capire come faccia a correre lungo le rotaie della pista.

Perché i bambini gifted non sono tutti uguali

Al netto di quanto detto appare abbastanza intuitivo comprendere perché i bambini gifted non sono tutti uguali e perché ciascuno di essi dovrebbe ricevere un supporto che sia calibrato proprio su quelle che sono le sue specifiche peculiarità.

Due soggetti plusdotati potrebbero sviluppare tipologie di intelligenza differenti, tanto da sembrare estremamente diversi tra di loro.

Anche in merito alla socialità, ci sono bambini ad alto potenziale ben inseriti all’interno del gruppo scolastico o con gli amici di gioco ed altri che invece tendono ad emarginarsi.

Per questo, anche dopo aver ottenuto conferma da un esperto, è bene seguire il bambino con percorsi messi a punto sulla base dei suoi tratti distintivi e dei suoi punti di forza, oltre che delle sue debolezze come l’essere troppo impaziente o troppo intransigente.

Come stimolare i bambini plusdotati

Per capire come stimolare al meglio il bambino plusdotato è necessario prima di tutto individuare il tipo di intelligenza in cui eccelle ed offrirgli la possibilità di esprimesi al meglio in quell’ambito. Ovviamente è importante che il bambino abbia un rendimento scolastico omogeneo, ma se mostra una forte e naturale propensione per un determinato ambito, costringerlo a sopprimere la sua curiosità non potrà che risultare frustrante e controproducente.

È necessario che il soggetto possa contare sull’aiuto di un esperto che sappia valorizzare le sue caratteristiche e che  possa aiutarlo a far fronte alle difficoltà che potrebbero derivarne.

Pludotazione e didattica inclusiva

Secondo il Miur, è corretta la prassi di alcune scuole che hanno inserito i bambini plusdotati tra coloro che necessitano di un piano BES.

I BES, bisogni educativi speciali, sono nati formalmente solo nel 2012 con la direttiva ministeriale “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“.

L’obiettivo è quello di dare vita ad una didattica che sia inclusiva e che possa aiutare lo studente ad affrontare con serenità il proprio percorso scolastico.

Con i BES, il corpo docenti può mettere in atto la strategia migliore per l’apprendimento dei bambini plusdotati e questo non è affatto un controsenso, sebbene possa apparire così ad una prima lettura.

Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che dei bambini ad alto potenziale possano avere problemi nell’ambiente scolastico. In realtà questo è possibile per una serie di ragioni: i programmi ordinari, infatti, potrebbero risultare per loro poco stimolanti, potrebbero non valorizzare al meglio le loro capacità e questo potrebbe annoiarli rendendoli poco attenti.

Non è raro che i bambini ad alto potenziale possano assumere comportamenti tipici dei soggetti con disturbo da deficit di attenzione (ADD) e iperattività (ADHD), ma, ad esempio, a differenza di questi ultimi, i bambini gifted anche se possono apparire distratti ed intenti a fare altro, generalmente quando viene chiesto loro di ripetere quanto detto, sono in grado di farlo.

Possibilità difficoltà per i bambini ad alto potenziale intellettivo

I bambini ad alto potenziale intellettivo sono caratterizzati da interessi forti e totalizzanti che possono mettere tutto il resto in secondo piano. Questo ovviamente non va bene perché è importante avere delle conoscenze di base che siano sufficientemente complete, ma come fare?

Forzare un bambino gifted ad eseguire compiti per lui di scarso interesse non è una buona idea, per questo è necessario che ci sia un piano differenziato che possa essere stimolante e al tempo stesso completo.

Pensiamo al fatto che quasi tutti i bambini plusdotati sanno già leggere e scrivere prima di iniziare la scuola primaria e che i mesi iniziali di scuola sono generalmente incentrati nell’apprendimento di queste due competenze. In questo contesto il bambino potrebbe facilmente annoiarsi e potrebbe fungere da elemento di disturbo per gli altri, perché potrebbe aver voglia di giocare o chiacchierare o insomma fare altro o, al contrario, potrebbe isolarsi dal resto del gruppo e chiudersi in sé.

Un altro aspetto degno di nota è che spesso sui bambini plusdotati si vengono a creare delle aspettative molto alte ma non si deve mai dimenticare che si tratta pur sempre di bambini ed in quanto tali non dovrebbero rinunciare al gioco ed al divertimento.

Inoltre, come abbiamo già visto, avere un alto potenziale non significa automaticamente essere dei piccoli geni della matematica ad esempio, dal momento che esistono vari tipi di intelligenza.

Criticità sul piano emotivo e sociale

Altre criticità che potrebbero verificarsi nella vita di un bambino plusdotato sono quelle riguardanti la sfera emotiva e sociale.

Alla socialità abbiamo già fatto qualche cenno, possiamo però aggiungere che spesso i bambini ad alto potenziale tendono a legare maggiormente con gli adulti anziché con i coetanei proprio perché sono alla ricerca di risposte stimolanti, di dialoghi costruttivi.

Anche nell’ambito del gioco questi bambini presentano delle peculiarità. Avendo spesso interessi diversi dagli altri, potrebbero fare fatica ad integrarsi all’interno dei gruppi sociali e ad adeguarsi alle dinamiche di gioco altrui.

In merito all’emotività, ci troviamo dinanzi a soggetti tendenzialmente molto emotivi, in grado di sperimentare le differenti emozioni con maggiore intensità e questo accade sia per la gioia e la felicità e sia per la rabbia, la tristezza ed altre emozioni spiacevoli. Inoltre potrebbero sperimentare stati d’ansia fin da piccoli legati proprio a questo sentire così intenso.

Intervenire quanto prima è fondamentale per evitare che possano verificarsi episodi spiacevoli legati ad episodi di bullismo a carico del bambino plusdotato o per fare sì che possa integrarsi al meglio con gli altri bambini.

Plusdotazione nei bambini: la FAQ

Vediamo ora alcune delle domande frequenti che generalmente ci si pone quando si pensa alla plusdotazione nei bambini.

  • Cosa si intende per plusdotazione e come si riconosce?

Per plusdotazione intellettiva si intende una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media che si manifesta fin dai primi anni di vita del bambino. Si riconosce attraverso dei segnali quali: interessi totalizzanti sui quali il soggetto può restare concentrato per ore ed ore mentre si annoiano facilmente se svolgono compiti che non stimolano a loro curiosità, velocità di apprendimento, possono avere difficoltà ad integrarsi, preferiscono la compagnia degli adulti.

Ovviamente per una diagnosi ci si deve rivolgere ad un esperto come un psicologo, uno psichiatra o un neuropsichiatra infantile.

  • Come pensa un plusdotato?

Il pensiero dei plusdotati è veloce, creativo, brillante. I bambini ad alto potenziale sono dotati di una fervida immaginazione e spesso riescono a trovare soluzioni fuori dagli schemi ma reali e funzionanti a determinati problemi che vengono posti loro.

  • Perché i bambini plusdotati rientrano tra i BES?

Sebbene possa apparire poco intuitivo, i bambini plusdotati rientrano tra i BES, i bisogni educativi speciali. Il motivo? Questi soggetti necessitano di percorsi di apprendimento personalizzati studiati per permettere loro di restare attenti e concentrati e di esprimere al meglio il proprio potenziale.

Quando i bambini gifted non ricevono gli stimoli adatti, possono diventare irrequieti, distratti, possono sentirsi diversi ed inadeguati con conseguente isolamento.

  • Come comportarsi con i bambini ad alto potenziale?

Dopo aver individuato la plusdotazione nel bambino, è importante tenerne conto e supportarlo nella maniera più adeguata anche con l’aiuto di uno specialista laddove necessario.

L’obiettivo è quello di valorizzare questa caratteristica senza però caricare il bambino di aspettative esagerate, ricordandosi che esistono tanti tipi di intelligenza.

È importante lasciarlo libero di agire, il che non significa assecondarlo sempre e comunque, bensì non ostacolare con fare perentorio le sue richieste solo perché ritenute poco ordinarie.