Coronavirus e Sindrome di Kawasaki: c’è una relazione?

Negli ultimi giorni i medici internazionali ed italiani hanno messo in luce una possibile correlazione tra il virus Covid-19 e lo sviluppo della sindrome di Kawasaki, soprattutto nei bambini più piccoli. Certo, è una notizia che mette un po’ d’ansia, specie se si legge la notizia senza approfondirne tutti gli aspetti e le sfumature.

E allora, proviamo a chiarire qualche dubbio insieme.

Cos’è il Covid-19?

Sei sicuro di saperlo?

Il Covid-19 è il nome che comunemente diamo al virus. In realtà è il nome della malattia che è provocata dal virus (che è il virus SARS-Cov-2)

  • “CO” sta per corona
  • “VI” per virus
  • “D” per disease e
  • “19” indica l’anno in cui si è manifestata).

Lo ha annunciato l’11 febbraio 2020 il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus.

Ecco un video che lo spiega a noi genitori:

Ecco un video che lo spiega ai tuoi bimbi:

Cos’è la sindrome di Kawasaki?

Si tratta principalmente di una infiammazione delle arterie del cuore, ed è’ un’infiammazione molto rara nell’infanzia; da qui, il sospetto dei medici, visto che negli ultimi giorni si sono riscontrati, statisticamente, gli stessi casi che si verificano nel corso di un anno.

La sindrome di Kawasaki si può presentare dai 6 mesi ai 5 anni di vita, anche se alcuni casi di questi ultimi giorni hanno coinvolto anche bambini fino agli 8 anni.

Questa patologia si sviluppa per uno stato di eccessiva attivazione immunitaria.

Le sue caratteristiche cliniche sono:

  • febbre
  • labbra o lingua dolenti, rosse o gonfie
  • linfonodi gonfi nella zona del collo
  • eruzione cutanea
  • occhi rossi
  • mani e piedi gonfi o rossi

Come si “tampona” questa sindrome?
Solitamente, il procedimento classico è il trattamento con trasfusioni di sangue con sangue contenente proteine purificate (IVIG): questo procedimento di solito abbatte del 30% le complicazioni derivanti dalla sindrome.

Va detto che i pazienti su cui è stata riscontrata questa sindrome e positivi al Coronavirus hanno dimostrato una resistenza più alta alla terapia, che quindi è risultata più difficoltosa si è dovuto ricorrere in alcuni casi anche al ricovero in terapia intensiva.

Di contro, fortunatamente, la percentuale di chi contrae la Sindrome di Kawasaki successivamente al Coronvirus è decisamente bassa, intorno all’1%.

Che relazione ci può essere trai due?

E’ importante evitare di creare allarmismo in questo senso. Di scientificamente provato non c’è nulla che avvalori la tesi di una correlazione tra Covid-19 e Sindrome di Kawasaki.

E’ chiaro che i dati degli ultimi giorni hanno messo in allerta la comunità scientifica.

I precedenti storici

Esiste in effetti un precedente storico. Già nel 2005 un pool di medici dell’Università di Yale aveva isolato un tipo di Coronavirus (chiamato New Haven Coronavirus ovvero NCov-NH) da 8 su 11 bambini con sindrome di Kawasaki.

Relazione tra Covid-19 e sindrome di Kawasaki in Inghilterra

I medici della National Health Service inglese hanno infatti notato una strana insorgenza di un’infiammazione ematica nei bambini che hanno contratto Covid-19.

Talvolta, i bambini sono stati ricoverati con sindrome di Kawasaki e solo successivamente si è scoperto che avessero contratto il Covid-19: questi bambini hanno presentato febbre, forte dolore addominale e/o eruzioni cutanee. Alcuni hanno presentato anche infiammazione delle arterie coronariche che forniscono sangue al cuore e un’infiammazione del muscolo cardiaco stesso.

In realtà, questi dati sono sovrapponibili ed affiancabili ad alcuni casi riscontrati anche in Spagna ed Italia.

Relazione tra Covid-19 e sindrome di Kawasaki in USA

Dalla Reuters ci arriva notizia che sono 3 i bambini che hanno contratto il virus Covid-19 ed hanno sviluppato anche questa rara infiammazione.

Si tratta di bambini da 6 mesi ad 8 anni: quindi ancora non è possibile stabilire delle fasce di età ben precise.

In realtà, ad oggi (1 maggio 2020) la massima autorità statunitense in tema di pediatria, l’American Academy of Pediatrics, ha negato che ci possa essere una relazione tra Covid-19 e sindrome di Kawasaki nei casi sopracitati: si tratta ovviamente di un atteggiamento id prudenza verso 3 soli casi che si sono manifestati fino ad oggi, considerando i casi totali negli Stati Uniti, che nella mappa qui sotto ad oggi sono più di un milione.

Relazione tra Covid-19 e sindrome di Kawasaki in Italia

La fonte più importante a riguardo è una lettera della Società Italiana di Pediatria, nello specificoLa lettera ai soci SIP del Segretario del Consiglio direttivo del Gruppo di Studio di Reumatologia su aumento bambini affetti da malattia di Kawasaki nelle zone più colpite da Covid-19”  che il direttivo della Società ha scritto ai pediatri italiani.

In particolare, nella lettera si sottolinea che non è chiaro (e quindi non sicuro) che il virus Covid-19 sia coinvolto nello sviluppo della malattia di Kawasaki; tuttavia, il fatto che alcuni casi di bimbi con Covid-19 abbiano sviluppato anche la malattia di Kawasaki suggerisce che l’associazione non sia casuale.

Dunque, i pediatri sono allertati e sono invitati ad approfondire questa associazione nei prossimi giorni e mesi.

Qui tutto il testo della lettera.

Cosa puoi fare per il tuo bimbo?

Puoi fare 3 cose.

1 – evitare ansia ed allarmismi, informandoti correttamente: solo con l’informazione ed approfondendo le notizie sui canali ufficiali puoi davvero tutelare tuo figlio.

2 – confrontati sempre con un medico pediatra di fiducia. Il parere del medico è sempre prioritario a tutto.

3 –  finchè non ci sarà un vaccino per il Covid-19 o fino a quando queste ipotesi verranno disattese, puoi tutelare davvero tuo figlio seguendo tutte le indicazioni che vengono dal Governo Italiano, che è supportato da una serie di task force, tra cui una medica.

Le indicazioni sono di vario genere ma le più importanti sono indossare le mascherine quando si è fuori di casa e lavare spesso le mani.

Fonti dell’articolo

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